About

Nasce in Friuli e sul suo viso pare abbiano soffiato i venti dell’est, spirito indipendente si rende subito autonoma e libera, germina l’esigenza di esprimere qualcosa, nascono le prime opere che espone a Udine, segue una lunga pausa.Torna più matura, forte, decisa, compiuta!

Ho cominciato per vedere l’effetto che fa, per vedere lo stupore sul viso degli altri.
 Attratta dall’odore del legno proveniente dal laboratorio di mio padre intagliavo alla meglio dei pezzi cercando di farli diventare creature. Tentativi, improvvisazione, innamoramenti dei materiali come l’argilla, pupazzi e cose mostruose. Esperimenti. E poi sempre a mio padre la richiesta “Dammi un pezzo di compensato, una tavola liscia”. Non diceva mai di no anzi, una volta mi parlò di un suo conoscente, un frate che amava dipingere paesaggi e natura, che vedendo quattro miei piccoli quadretti disse “Deve continuare, falla continuare”. Soddisfazione esagerata! I quadretti li conservo ancora per scaramanzia, li guardo e rivedo i miei 13 anni. Mio padre non mi incoraggiò mai a parole ma le cornici le faceva lui, i velieri portano le sue cornici, così pesanti ed importanti, tanto importanti.

Una volta si ruppe il televisore, era un vecchio catorcio in bianco e nero e senza pensarci troppo dipinsi lo schermo con tutti i colori che avevo. Così fu per le assi del vecchio pollaio, per le quali avevo a disposizione solo un coloraccio marrone e puzzolente, impregnante, ma era lucido e pareva cioccolato fondente. E le scarpe da ginnastica di tela bianca? Una provocazione! Come i racconti della nonna “…uno dei miei fratelli, estroso come te, è partito per Parigi giovanissimo fra la prima e la seconda guerra mondiale. Non aveva nessuna voglia di lavorare, ogni scusa era buona per imbrattare muri e porte. É partito e non si è più saputo nulla, vedi di non fare la stessa fine”. Bling!!! Magari!!!”.

Passarono anni, conobbi il futuro padre di mia figlia, trascorsi con lui un anno in Africa, in Nigeria. Un’esperienza importantissima, il ricordo delle persone, il loro vivere, il color ocra presente ovunque, gli abiti sgargianti delle donne bellissime, l’arte Yoruba, le terracotte, i piccoli leopardi di bronzo, portafortuna se fusi con la zampetta anteriore sollevata. Quante cose ho visto e ascoltato in un solo anno, affiorano e mi fanno sorridere senza provare nostalgia bensì mi fanno pensare con una punta d’autocompiacimento “io ci ho vissuto in Africa”.

Al ritorno conobbi un artista molto bravo, frequentai il suo studio per poco più di un anno, imparai molto, la tecnica del rilievo mi colpì ed ancora oggi è il modo per esprimere la mia arte, scultura e pittura fusi, quasi un bassorilievo. Mi viene facile usare la spatola e seguire le linee del disegno. Mi diverte e “sento” quando sta per nascere qualcosa di bello, di riuscito bene.

Il passo più coraggioso “esporre”, una decisione presa d’improvviso, ho scelto di non avere paura di mostrarmi, eccomi! Prima mostra personale nel 2015 il giorno del mio compleanno, così naturale “vedere l’effetto che fa”. Sarà vanità, boh, ma non posso più farne a meno. È come l’amore: ci si ripromette che non succederà più perché ho finito il carburante, non lo farò più perché sono una donna matura ormai (?!?!?). Rimarrebbe solo la solitudine come sempre dopo una grande storia, così riparto con un’idea in mente, grandiosa, e proprio come l’amore mi prende tutto, come l’acqua che riempie un recipiente dalla forma sgangherata si insinua in ogni anfratto e ansa, s’impossessa e ricomincia la febbre. Meraviglioso!